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L'importanza dei Test fisici.

L'importanza dei Test fisici.

Chi di noi quando ha iniziato a correre non ha utilizzato le schede d’allenamento di un amico o schede di gruppo? E a volte anche non stilate da veri preparatori ma solo esperti di running?

Ecco, spesso questo metodo di allenamento “improvvisato”  e generalizzato può causare infortuni, sovraccarico muscolare senza portare a risultati sensazionali e generare in noi risultati opposti dai desiderati e senso di frustazione.

Sarebbe opportuno, invece, affidarsi sin da subito a preparatori atletici che, solitamente, compilano le nostre schede di allenamento conseguentemente ai test fisici valutazionali.
Test valutazionali: cosa sono—  

I test fisici valutazionali sono estremamente importanti per personalizzare gli allenamenti e per monitorare i risultati derivati da essi.

I test, infatti, permettono di programmare dettagliatamente la preparazione atletica, per ottimizzare al meglio la prestazione senza rischiare di incorrere in overtraining, ovvero sovrallenamento, o calo della performance.

Ad un certo punto della propria carriera  ogni podista si domanda come potrà fare per migliorare la propria prestazione o cosa poter cambiare della propria preparazione per  correre più velocemente.

Ovviamente non esiste una risposta universale e la cosa più importante è capire quali siano i valori fisiologici di ogni singolo atleta, e di conseguenza, creare degli allenamenti ad hoc per migliorare la velocità e saper mantenere quella velocità il maggior tempo possibile.

Prima di definire quali sono alcuni dei test fisici più significativi bisogna definire cosa sono:

    Soglia anaerobica
    Capacità aerobica
    VO2Max

La soglia anaerobica o soglia del lattato, è un indice che determina il livello massimo di sforzo fisico che l’organismo può sostenere senza accumulare acido lattico e ioni idrogeno nel sangue e nei muscoli.

La capacità aereobica, è il tempo per il quale si riesce a mantenere il ritmo della soglia anaerobica. Solitamente è espressa come un tempo cha va dai 40 minuti all’ora in base al livello dell’atleta.

Il VO2max o “MASSIMO CONSUMO D’OSSIGENO“: è un parametro biologico che esprime il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell’unità di tempo per contrazione muscolare.

Test di Conconi

Ha come obiettivo la misurazione della soglia anaerobica e consiste nell’esecuzione di una corsa con una progressione di ritmo, partendo lettamente fino ad arrivare a velocità massimali in proporzione al soggetto esaminato. Essendo un test massimale non è adatto a valutare soggetti non allenati o con problemi fisici.  Oggi però esistono prodotti sul mercato, ovvero cardiofrequenzimetri, che permettono di fare dei test analoghi senza portare l’atleta al proprio massimale ma ad una frequenza cardiaca pari all’82%.

Durante la prova, l’atleta avrà un cardiofrequenzimetro  e dovrà effettuare un adeguato riscaldamento. Ad ogni incremento di ritmo (a distanza di 100 o 200 metri), vengono registrate le pulsazioni ed il tempo di percorrenza della distanza. Arriva un momento nell’incremento del ritmo in cui le pulsazioni tendono a stabilizzarsi vicino ai valori massimi e non si ha più una crescita lineare. La frequenza ottenuta è quindi la frequenza cardiaca massima.

Test dei 7 minuti

Ha l’obiettivo di valutare il VO2max, questo test si basa sulla considerazione di Pèronnet, un ricercatore che ha dimostrato che in prossimità del massimo consumo di ossigeno l’atleta è in grado di sostenere lo sforzo per circa 7 minuti. Pertanto qui il VO2max e’ misurato come la velocità che il podista riesce appunto a tenere per 7 minuti. Il test va eseguito sostenendo uno sforzo massimale, pertanto e’ necessario effettuare prima dell’esecuzione un buon riscaldamento che permetta al cuore di raggiungere la frequenza massima.

Test del lattato

Misurare il lattato durante un test incrementale è il modo migliore per valutare il livello di performance  e programmare l'allenamento.

Si tratta di correre una serie di cinque 2000 metri a velocità costante, ognuno dei quali a una velocità di 5″/km inferiore con 30″ di recupero fra una prova e l’altra. Alla fine della prova viene prelevato un po’ di sangue (dal lobo dell’orecchio o dal polpastrello) e con apposita strumentazione si misura la concentrazione di lattato. Viene solitamente svolto per determinare il ritmo maratona, infatti la massima velocità a cui la concentrazione di lattato resta costante è quella a cui l’atleta può correre la maratona. L'interpretazione dell'andamento delle curve di accumulo di lattato permette inoltre di indentificare punti di forza e carenze dell'atleta ed impostare quindi un piano di lavoro maggiormente individualizzato.

In conclusione, i test fisici valutazionali sono metodi affidabili e precisi per individuare la soglia anaerobica e la velocità nelle corse medio lunghe. La  ripetizione nel corso della stagione può essere utile per verificare l'andamento dello stato di forma e per attuare delle  eventuali correzioni.

Questi test evidenziano eventuali carenze o eccessi nell'allenamento e quindi utili per attuare modifiche in funzione della distanza che si vuole correre.

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